martedì 1 novembre 2011

PEPPINO MI E’ PADRE A ME

Dal best seller “TRANCHES DE VIE” il racconto breve “PEPPINO MI E’ PADRE A ME” di Edda

Correva il tempo del secondo governo Tambroni e io seduto sul seggio elettorale pensavo a quanti fans mi erano rimasti. Forse tre o quattro. Così mi venne spontaneo pensare a Paola. Perché mi ha lasciato? Avevo appena finito un anno di kinder heim a Villa Dosia insieme ad altri tagliagole della peggior specie. Mi ero rimesso a nuovo e Paola mi aspettava per riprendere lì da dove avevamo terminato. Per darmi un tono facevo lo scaffalista alla GS e quindi avevo anche una certa capacità finanziaria a mia disposizione. Forte di tutto ciò mi presentai a lei con in mano un panettone Galup. Paola mi fece entrare nel suo loft milanese nel cuore dei navigli vicino al SERT dove io per anni passeggiando in ciabatte davo consigli ai residenti. Lei mi guardò e disse “Adesso voglio un figlio” io la guardai e dissi “Adesso me ne vado”. Mentre scendevo a balzi le scale Paola mi faceva gentilmente notare che così le impedivo di realizzarsi come donna. E ancora adesso mi chiedo che cosa volesse dire con quella frase, probabilmente una richiesta di denaro un po’ camuffata. Ma sarà mai possibile che dopo 6 anni di onorata tossicodipendenza sta cogliona ti chieda di fare un figlio? Comunque questa storia mi ha lasciato un segno profondo nell’anima. E tutte le volte che vedo dei papà ai giardini che giocano con i loro figli penso “Perché smettere di drogarsi? Avevo più dignità io di questi padri pedagoghi che trasmettono ai loro prodromi tutta la loro esperienza”. Mi sono così ritirato ad Arona sul lago in quest’inverno dove la guerra è alle porte e il nemico ci ascolta. Ho così concepito un’opera musicale rubando le canzoni a Walter già sfollato in Valtellina per raccontare a tutti le profondità della mia psiche.

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